Il post di oggi è stato scritto da Mattia Sullini di COMBO OpenProject, che ringraziamo per il contributo offerto e, altresì per la dimostrazione di affetto per il progetto Fattelo!

 

C’era una volta, proprio in questo Paese, una cosa strana. La chiamavano Carriera. C’era una volta e praticamente non c’è più. Estinta. Oggi i percorsi lavorativi sono tutto meno che lineari, ed i primi scarti dalle attese si verificano spesso subito dopo la fine dell’università, che pure ancora è organizzata come se il mondo reale fosse in grado di assorbire ancora dottori, avvocati, architetti, ingegneri ma anche periti, ragionieri, geometri. Non è comunque una questione semplice trovare posto come dipendenti nemmeno quando una scelta oculata del percorso di studi ci avesse consigliati di puntare sulle nuove professioni come ad esempio quelle nate per il web oppure quelle legate alla creatività come la grafica nelle sue infinite declinazioni.

Il fatto è che chi si è formato per la produzione di servizi avanzati, ma direi in generale per la produzione di servizi immateriali, deve oggi affrontare un sistema di organizzazione del lavoro che è cambiato in maniera rapida e profonda. In particolare possiamo identificare due mutamenti radicali: la specializzazione e la flessibilità. Quando parliamo di specializzazione ci riferiamo al fatto che il confezionamento di un servizio complesso come ad esempio la creazione di un sito internet, richiede il contributo di un gran numero di competenze diverse, dalla gestione dei sistemi fino all’ideazione creativa. Poche sono le strutture in grado di mantenere risorse interne in grado di sciogliere questa complessità e quindi è sempre più comune il ricorso a professionisti specializzati esterni ingaggiati per la sola durata del progetto. Quando ci riferiamo invece alla felssibilità, intendiamo rilevare la rapidità con la quale cambiano gli strumenti, i linguaggi, le pratiche.

La semplificazione è brutale, ma ci dà una mano a capire come mai oggi siano sempre più frequenti percorsi lavorativi caratterizzati da cambi, spostamenti, riassestamenti rapidi macroscopici. Chi li porta avanti sono professionisti che lavorano molto spesso in maniera completamente autonoma, sia come freelance che aggregati in piccoli gruppi. L’inquadramento come “dipendente” è sempre più raro e siamo tutti diventati un po’ imprenditori di noi stessi. Entusiasmante, avvincente, stimolante ma anche terribilmente difficile.

Tutti conduciamo vite complesse, con orari irregolari, spesso in una condizione di debolezza rispetto ai nostri clienti. Ce ne inventiamo mille e ci trasformiamo in continuazione; architetti che si inventano designers, poi fotografi, poi imprenditori. E che magari ci riescono anche bene nonostante non ci siano sentieri già tracciati da percorrere.

Avanziamo col machete nella giungla e ci conquistiamo con fatica ogni passo che riusciamo a fare. E non siamo neppure pochi, visto che in questa condizione si trovano circa 3.000.000 di persone solo in Italia.

Di cosa abbiamo bisogno per avanzare? Spesso un computer ed una buona connessione internet sono suffficienti dal punto di vista strettamente tecnico. Ma la nostra specializzazione richiede altre due cose fondamentali: accesso alle opportunità lavorative e collaborazione con professionisti a noi complementari.

Queste due cose non sono facili da ottenere. Abbiamo bisogno di connessioni, di socialità e da questo si comprende la ragione del successo sempre maggiore che stanno riscuotendo iniziative come quelle dei coworking. In questi luoghi siamo in grado di soddisfare simultaneamente tutti i nostri bisogni di relazione, di creazione di opportunità lavorative, di crescita e stimolo continui e lo possiamo fare ad un costo compatibile con la diffusa fragilità economica che ci affligge. In questi luoghi le nostre competenze disperse vengono rimesse a sistema e si possono rafforzare le une con le altre. Quelle che viste dal vecchio modo di lavorare sono debolezze, si trasformano così in adattamenti ed opportunità. ll mondo del lavoro è cambiato equesto mondo chiama nuove specie di lavoratori e nuovi luoghi. Queste nuove specie siamo noi, ed i nuovi luoghi sono gli spazi della collaborazione, quindi teniamo duro perchè noi siamo già pronti per il futuro.

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